‘O sfizio d”a Notizia

‘O Sfizio d’’a Notizia

Dalla rivoluzione a cui ha dato il via partendo dalla tradizione – una delle radici della cultura partenopea – Enzo Coccia si è di nuovo tuffato, con la sua inarrestabile verve e il suo incontenibile entusiasmo, in un altro progetto ambizioso. Anzi un sogno, per dirla con le sue parole, che lo vede impegnato a ripulire e nobilitare due preparazioni popolarissime, autentici tesori di informazione e di conoscenza della storia culinaria di Napoli. Conferire, per la prima volta, all’una, la pizza fritta, sporca, unta, insana, ragazza dei quartieri umidi e malsani, e all’altra, la ‘mpustarella, storica merenda, pesante, sostanziosa ed economica, di operai, contadini, muratori, lavoratori addetti alle mansioni più umili e faticose, lustro e dignità. Questo il suo intento. E nel segnarne la rinascita, ha scelto di affiancare a questi sapori “bassi” non più quei vini semplici e senza pretese che generalmente li accompagnavano, ma grandi bollicine, italiane e francesi.
Un innegabile rilancio di scenari passati, di momenti in cui grossi pentoloni creavano in strada uno spettacolo dorato e multiforme, cadenzato dai vapori intensi e dal ritmo vivace dell’olio che friggeva. Ma a differenza di quei tempi, qui i dischi di pasta, che sibilano quando immersi nell’abbondante grasso bollente come le consonanti quando pronunciate ʼo sfizio, sono ormai distanti dal frastuono dei vicoli e dalle porte spalancate dei bassi e prendono forma con tratti diversi e inediti che gli fanno conquistare un posto d’eccellenza, lo stesso che occupano i piatti raffinati dell’alta ristorazione, e un proprio mondo, protetto dalla grande vetrata che domina lo spazio.
In questo ritorno alla tradizione – ancora più antica di quella della pizza al forno – tra geometrie di legno, su cui trovano posto ingredienti di primissima qualità, fasci di luce calda e tenue, che rendono il contesto piacevole e tranquillo, ed elementi in rame, lavorati a mano, come i singolarissimi coni, somiglianti ai più comuni cuoppi di carta paglia, che illuminano il pizzaiolo, spicca, rivestita dallo stesso materiale lucente, la capiente friggitrice. Un vero oggetto di design che, dotata di un computer per regolarne la temperatura, ricorda il vecchio focone, concepito, però, in chiave altamente tecnologica. Hi-tech è anche il forno a gas alle sue spalle. Speciale l’effetto reso dai tanti fogli di giornali che ne tappezzano la cupola, confermando così l’importanza della Notizia, come altrettanto speciali sono le ‘mpustarelle tirate fuori dalla sua bocca. Panini ai cereali, risultato di uno studio di ricerca lungo e approfondito, che, seppur traditi dall’aspetto sgraziato e rugoso, eccellono per la loro sorprendente leggerezza.
Ma sono solo parte del menu che porta nei piatti disegnati dallo stesso Coccia pizze fritte e ‘mpustarelle distinguendole in tre sezioni. Si comincia sfogliando le proposte più classiche. Poi, la scelta cambia con le stagioni e seguono le idee di Enzo, pensate e provate per confermare, con forza ancora maggiore, come sia possibile tradurre quel suo sogno in realtà: dare valore e spessore a cibi poveri della nostra cucina.
A perfezionare queste pagine una bella selezione di CO2 . Se ne avete voglia, per mandar giù anche i salumi o i formaggi che completano l’offerta, chiedete un calice di effervescenze. Potete optare tra quelle nazionali e d’Oltralpe, certamente ben lontane dalle cifre capogiro che ci si aspetterebbe. Finale divertente con dolci classici regionali e semifreddi.
Se sfizio è voglia, capriccio, divertimento, dopo aver giocato con i suoi significati resta una sola domanda: ci leviamo lo Sfizio?

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